Per un bambino nato e cresciuto in città, il contatto con la natura è sempre un’esperienza emozionante. Durante l’anno sono talmente pochi i momenti in cui riescono a viverla davvero, che alla domanda “di che colore è la mucca?” non c’è da stupirsi se alcuni di loro rispondono “è viola!” (sì, credetemi, è successo davvero!)
L’educazione – per quel che mi riguarda – inizia proprio da loro e significa anche insegnare e mostrare loro cose semplici, che troppo spesso diamo per scontate, che abbiamo dimenticato, soprattutto nella vita che conduciamo oggi. Ad esempio da dove arriva il cibo che trovano sulla tavola ? (no amore, non cresce sullo scaffale del supermercato…) e che ci sono differenze che vanno apprezzate, valori che vanno preservati e persone che lavorano duramente e con passione per tutto questo.
Un paio di settimane fa quindi abbiamo preparato le valigie e ci siamo messi in macchina. Direzione: Rural Festival, un evento ed un ‘esperienza che consiglio a tutti, figli o meno.
Di cosa si tratta?
Il Rural Festival si svolge da qualche anno (più o meno il primo fine settimana di settembre) nel bellissimo panorama del Parco Barboj a Lesignano de Bagni, in provincia di Parma.
E’ una manifestazione aperta a tutti, totalmente gratuita, in cui scoprire ed assaggiare prodotti artigianali locali, alla scoperta del patrimonio rurale della zona.
L’idea nasce dall’impegno da parte di agricoltori e allevatori della zona di far assaggiare e soprattutto conoscere i propri prodotti (pensate che quasi tutte le aziende ed i poderi coinvolti sono aperti e visitabili gran parte dell’anno e non solo in occasione di questa manifestazione).
Sono circa una ventina le aziende – disseminate tra le province di Parma e Reggio Emilia – che per queste due giornate allestiscono stand gastronomici offrendo assaggi di prodotti provenienti da antiche razze animali e varietà ortofrutticole, abbandonate da decenni e quasi estinte che, con impegno e passione, sono state recuperate e protette.
Biodiversità, quindi, tutta da gustare ed ammirare per due giornate che sono diventate per noi una vera e propria esperienza.
Appena arrivati – il parco è fra Langhirano e Traversetolo, immerso nelle colline parmensi – siamo subito rimasti colpiti dall’organizzazione puntuale e curata fin nei dettagli.
Piccole golf car offrono passaggi dal parcheggio all’ingresso, trasportando le persone più anziane o chi ha difficoltà a camminare, in tantissimi tra volontari ed organizzazione, tutti vestiti in maglia gialla offrono indicazioni ed informazioni sulla manifestazione, cartelloni stampati guidano il visitatore alla conoscenza di alberi, animali e prodotti locali ed è possibile godersi momenti di relax riposando su balle di fieno disposte come panchine tra frutti e filari di viti antiche.
Gli stand gastronomici sono posizionati nello spazio di una grande stalla ed offrono a tutti i presenti assaggi non stop per due giorni. Insieme ai bambini abbiamo quindi degustato salumi di maiale nero, pane di grano del Miracolo, pappa al pomodoro Riccio di Parma, maltagliati all’uovo di gallina Romagnola, tortel dols, arrosto di tacchino di Parma e Piacenza, formaggi biologici (tra cui il Pionere.. il mio preferito fra tutti, fatto esclusivamente con latte intero biologico) , focaccia di frumento Gentilrosso, cipolla Borettana, succo fresco di uva malvasia odorosissima, torta di di prugna Zucchella e molto altro ancora.
(By the way.. Fra, questa sì che si può chiamare “pappa al pomodoro”…:-))
Bellissimo mangiare seduti con il sole che ti scalda il viso, i bambini che corrono sereni e liberi sui prati e che incuriositi da tutto quello che li circonda ti fanno mille domande, avidi di informazioni e rianimati dalla curiosità per quello che hanno appena scoperto: “mamma, ma quindi anche l’asino fa il latte? guarda è bianco come quello della mucca!”… “mamma, ma quanti pomodori diversi esitono?!?! ce ne sono tantissimi!!!”…
Ma il Festival è anche mestieri e tradizioni: qui il Signor Corradi mostra ai bimbi come da quattro generazioni lui e suo figlio battono il ferro e si può salire su trattori veri.. e questi sono speciali, perchè i Landini in mostra sono modelli d’epoca (prodotti tra gli anni Trenta e Cinquanta) che rombano quando vengono accesi e che sono il trofeo da scalare di ogni bimbo.
Nel pomeriggio abbiamo vissuto un’esperienza davvero speciale: a bordo di un elicottero abbiamo ammirato questa zona dall’alto. Un paesaggio che toglie il fiato, al centro di una cornice protetta, tra vulcanelli di fango, increspature, calanchi, siepi, boschi di querce e tanto verde a perdita d’occhio. Un territorio, che comprende quello di Rivalta, che ha recentemente ottenuto anche la certificazione a riserva Mab Unesco. Meraviglioso… i bambini sono rimasti a bocca aperta per tutto il tempo (nei prossimi giorni pubblicherò il video di questa esperienza che più che raccontata va vissuta e in cui le immagini trasmettono sicuramente di più delle mie parole)
Dopo il giro in elicottero abbiamo visitato il parco animali che ospita razze antiche come il maiale nero, la pecora Cornigliese, il cavallo Bardigiano, la gallina Romagnola, la vacca grigia Appeninica e l’ asino Romagnolo. E anche qui ne cito solo alcuni 😉 Per ogni animale un cartello mostra il viso dell’allevatore e un minimo di storia sulle origini e l’utilizzo dell’animale.
Abbiamo visitato il podere in cui vengono allevati i maiali neri ed imparato la differenza tra allevamento da batteria e allevamento all’aria aperta, dove gli animali sono liberi di grufolare in ampi spazi, rispettando il loro istinto e nutriti unicamente con erba, mais, orzo, frumento, favino, bacche e ghiande.
Certo richiede più spazio, più tempo, più impegno, ma è bello scoprire che c’è ancora chi predilige la qualità alla quantità, la naturalezza ad antibiotici ed OGM, che rispetta i metodi della casa e le tradizioni senza scendere mai a compromessi.
Ma se non volete aspettare la prossima edizione e volete vivere una vera e propria esperienza, da ottobre dovrebbero essere inaugurate le “capanne” ; chi vorrà entrare in contatto con la vita rurale, potrà soggiornare in una di queste piccole ma accoglienti strutture in legno, svegliarsi al mattino e andare a raccogliere ad esempio le uova ed il latte fresco per la propria colazione, o fare un giro sul dorso di un asinello fra le mulattiere ancora in uso fermandosi fra i campi a fare merenda, oppure aiutare nella raccolta dell’uva durante la vendemmia.
Una festa di fine estate, quella del Rural Festival, ma non solo. Una vera e propria opportunità per scoprire e riscoprire modi e sapori antichi da molto tempo scomparsi dalle nostre abitudini e varietà alimentari che rischiano di andare perdute.
Prima di chiudere il racconto (lunghissimo lo so, ma abbiamo vissuto talmente tante cose belle che ho voluto farle rivivere un po’ anche a voi) ci tengo a ringraziare e salutare anche Valentina Cipelli del Podere Cristina e Ivano ed Enrichetta che gestiscono la parte di B&B del Podere in cui abbiamo dormito.
Da Enrichetta ho imparato persino a fare le rose di carta per decorare la tavola e i bambini parlano ancora della buonissima torta di mele e dei biscotti che Ivano ha sfornato per noi a colazione. Un posto meraviglioso e persone splendide che vi consiglio di andare a visitare per una bella gita fuoriporta! Noi sicuramente torneremo presto 😉
Trovate tutte le informazioni sul Festival e sulle aziende (che vi ricordo potete contattare per organizzare delle visite) a questo indirizzo: Rural Festival
Qui sotto trovate tutte le foto del nostro meraviglioso week-end al Rural Festival